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Non decolli, Paese antico, adagiato su amene Colline.
Ti fan torto pigrizia e inerzia mentre prima sorridevi alla Storia. Lago azzurro pescoso ridente, "caropane" in inverni tremendi: non mancava il canto e il fuoco, eran giorni per tutti sereni.
Arco San Giovanni, Ospedale, Palla dina , non san nomi privi di senso, sono luoghi ricchi di vita per chi ama questo Paese.
Si cantava falciando il grano, eran stornelli quando olive si coglievano: dal forno di casa caldo il pane usciva e per tutto il buon Dio si ringraziava.
Va il gregge festoso al pascolo, suona l'ora la Torre della Chiesa, batte il fabbro il ferro or caldo, perché arnese utile sia.
Il Maestro non per oro insegnava, il parroco con fede battezzava, si prestava al bisogno ogni cosa, non sapeva il beneficato chi ringraziare.
 
Nella Valle correva Fiumana, l'acqua fresca a cisterne attingevi: si correva ragazzi ridenti una brocca a portare ad anziani.
Su collina salutavan le Croci i passanti e i cupi pastori, di Loreto la cara chiesetta era segno di popolare devozione.
Hanno sporcato il tuo nome di sangue han sepolto tue antiche speranze, son partiti i tuoi Figli migliori, san qui rimasti i lupi affamati: Questo suolo han coperto di cemento, hanno bruciato secolari ulivi, non più Storia si è capaci costruire, non cresce grano, dilaga zizzania.
 
Questa Terra-di-Meraviglie, il Gargano, Dio l'ha donata all'Umanità e di questa Terra garganica noi ne siamo custodi. Bella e grande fiducia che Dio ha riposto in noi Gente del Gargano.
Se questa Terra è ricca all'ottanta per cento di Flora e di Fauna diversamente disseminate su tutta Italia, noi Gente garganica abbiamo i segni nel sangue e nella psiche di almeno ben tredici Genti che ci hanno "visitate". E, come ben crediamo, l'Italia è il Giardino d'Europa, il Gargano è il cuore di questo Giardino e quindi dell'Europa.
Sono innamorato del Gargano, di questo cuore d'Italia e d'Europa.
Ho rinunciato ad ogni "carriera", che dal Gargano mi portasse via e lontano.
Del Gargano ho cantato come di Mia Madre e della Chiesa, anch'essa Mia Madre oltre che Maestra. E con la Gente del Gargano mi sono spesso "arrabbiato". Perdonatemi tutti; non so essere diplomatico.
Non desideravo crescere sul Gargano o all'ombra di Esso: volevo che il Gargano crescesse nel contesto d'Italia e d'Europa nelle dimensioni comunitaria, ecclesiale, politica, culturale.
Ho passeggiato a lungo per Valli e Colline, lungo i Laghi e l'Adriatico, ho partecipato a Conferenze come a Torino su invito di "Città Amica" presenti amici e assessori comunali, provinciali, regionali, uomini di cultura e di imprese; tutto" grazie all'amico Walter Garzaro.
Ho camminato da Carpino a Montesant'Angelo e da Montesant'Angelo a Carpino. In macchina avevo con me il presidente degli Architetti Lombardi dottore Achille Bonardi che per tutto il tragitto in macchina ha "contemplato" stupito la grande piana coltivata a ulivo e le belle "abbandonate" masserie, manifestando lo stupore che fossero "abbandonate". Ma questa strada meravigliosa l'ho voluta ripercorrere anche da solo rifiutando ogni gentile passaggio, l'animo del carpinese è un capolavoro di gentilezza e di generosità, ma a Lui non bisogna mai fare uno "sgarbo". Si rendono conto i Politici (faccio fatica a mettere la P al maiuscolo) comunali, provinciali, regionali, nazionali, europei, della Comunità Montana, dell'Ente Parco di questo lembo generoso come i Carpinesi? Si respira aria balsamica che rigenera non solo i polmoni e tutti gli altri organi, ma anche la voglia di vivere, vivere come sapevano fare i nostri Antenati, vivere-donandosi.
Il 28 settembre di ogni Anno all'alba si dovrebbe. partire da San Cirillo Popolo e Autorità del Gargano intero e camminare questa Via Sacra, dono di Dio, e pervenire a Monte e là venerare San Michele l'Arcangelo che Dio a noi mandò e confluire nel Salone della Comunità Montana per incontrarci anche con i Responsabili dell'Ente Parco.
E a sera ripartire da Monte per ogni Paese del Gargano, che a lasciarlo ancora in abbandono faremmo torto a noi e alla Storia e al Creatore.
 
"Sei tu, Signore, la pace del tuo popolo", 19 agosto 2003,
  1. Giovanni E. Eremo San Giuseppe, Via Cannesi 29: ore 23.55.